Quando la televisione non parla, è impossibile sapere cosa pensa di sé. Il mantovano Fausto Bertolini, dall’interno della “scatola magica”, ci racconta del bordello che regna dietro il piccolo schermo, da cui il titolo del suo libro, Telebordello, appunto, sia morale, sia operativo. Il punto di vista della narrazione è altamente privilegiato.
L’autore, regista diplomato presso l’Accademia di arte drammatica del “Piccolo Teatro” di Milano e il Centro Sperimentale di Cinematografia, porta noi ignari telespettatori all’interno del cuore pulsante di una famosissima rete televisiva, svelando segreti che si potevano soltanto immaginare.
Bertolini, una laurea in filosofia alle spalle, condisce la sua esperienza con disamine piuttosto eterogenee, che spaziano dalla valutazione psicologica dei colleghi di lavoro, alla religione, fino ad arrivare a dissertazioni sulle bramosie umane e il desiderio di esprimersi creativamente. Lo stile vivace e giovanile fa da perfetta cornice al mondo lavorativo super tecnologico e spesso disumanizzato del protagonista.
Memorabili i dialoghi, che lasciano trasparire con maestria i pensieri, le idiosincrasie e le reali intenzioni dell’interlocutore, spesso indice del suo grave degrado morale e intellettivo. Quest’opera coraggiosa e impertinente vi porterà a guardare con occhio critico dietro i sorrisi delle star tv e i servizi strappalacrime dei tg, mostrando, spesso, una sorta di specchio che consente una buona autocritica. Citando l’autore, chiudo la recensione annunciando Pubblicitààà!
Autore: Fausto Bertolini
Editore: Gilgamesh Edizioni
Pagine: 184