Qual è il rapporto tra il soggetto e lo sguardo, tra l’immagine e l’identità, tra il sogno e la veglia, tra l’imperfetto, tempo del sogno, e il presente, tempo del risveglio?
In questo suo primo libro italiano, il cui titolo prende spunto da un capitolo dedicato al film di David Cronenberg, M. Butterfly, del quale ci offre una sinuosa lettura, Rey Chow ci dimostra come lo statuto del visivo riveli qualcosa di molto profondo riguardo alla costruzione stessa di ciò che chiamiamo identità, conoscenza, alterità, potere. Complesse relazioni legano sguardo e desiderio, maschile e femminile, nativi e migranti, Oriente e Occidente, colonizzati e colonizzatori, identità e travestimento, cinema e linguaggio: tutti temi che costituiscono la materia dell’intero libro, quelle “costellazioni postcoloniali” in cui Rey Chow invita noi lettori a “volare”, respingendo l’atteggiamento diffuso che idealizza l’alterità culturale e ne appiattisce le specificità, i conflitti, la molteplicità.
L’opera di Rey Chow si situa all’incrocio tra studi culturali, semiotica, scienze del visivo, femminismo, studi postcoloniali; pur tuttavia, non si accomoda dentro definizioni, anche quando queste la collocano entro quella “politica dell’identità” che rende conto dell’impegno teorico critico che la sua ricerca sempre implica.
Autore: Rey Chow
Editore: Meltemi
Pagine: 257