I cazzari del virus è il libro con cui Andrea Scanzi racconta il periodo del lockdown e le tante opinioni errate e superficiali che sono state espresse da alcuni politici in quei giorni difficili.
Andrea Scanzi è giornalista e scrittore. Tagliente e incisivo, è un collaboratore di punta de Il Fatto Quotidiano. Si esprime in modo molto eclettico spaziando dalla musica al teatro. Tra i suoi spettacoli vanno ricordati quelli su Giorgio Gaber e su Fabrizio De André. Ha pubblicato il suo primo libro nel 2002.
Il diario della pandemia
Molto attivo anche sui social, durante il periodo del lockdown Andrea Scanzi ha iniziato a fare delle dirette Facebook quotidiane.
Le dirette sono diventate un appuntamento attesissimo e di grandissimo successo. Il numero delle visualizzazioni in tempo reale è, infatti, arrivato fino al record di oltre 100 mila.
Scanzi, con il suo inconfondibile modo, diretto, spontaneo, passionale, ogni giorno ha commentato i fatti più importanti avvenuti dal punto di vista politico e sociale. Proprio da quell’esperienza social è nato questo suo ultimo libro, I cazzari del virus, che ha raggiunto subito il primo posto nella classifica dei bestseller in Giornalismo e non solo.
I cazzari del virus
I cazzari del virus ha come sottotitolo Diario di una pandemia tra eroi e chiacchieroni. Scanzi fa riferimento, infatti, a quanto è stato affermato da parte di due esponenti politici in particolare e cioè Renzi e Salvini.
Nella pagine de I Cazzari del virus, quindi, ci sono tutte quelle loro sparate che hanno caratterizzato l’informazione del periodo. Da un lato, ad esempio, c’è la richiesta di Salvini di poter andare a messa per la festività di Pasqua; dall’altra parte, c’è la posizione di Renzi a favore della riapertura delle scuole a maggio e tanto altro.
Quello che Scanzi ha voluto sottolineare è la gravità di alcune prese di posizione da parte dei due Matteo (e non solo) in un periodo in cui del virus si era definitivamente confermata la gravità.
L’ironia di Scanzi, sempre vivissima e sempre pungente, riporta in modo trascinante quello che è stato detto in quei giorni. Nel fare questo, per la sua grande onestà intellettuale, non rinnega affatto di essere caduto lui stesso nell’errore di avere sottovalutato la pericolosità del virus e si aggiunge, quindi, tranquillamente alla lista dei cazzari.
La sottile e importante differenza, però, sta nel fatto che l’affermazione di Scanzi sulla non pericolosità del virus è stata fatta a febbraio, quando anche alcuni virologi ancora non avevano capito come stessero le cose. Gli altri cazzari del virus, invece, si sono espressi superficialmente in pieno lockdown…
Autore: Andrea Scanzi
Editore: PaperFIRST
Pagine: 152