Sin dal discorso d’ingresso nell’Arcidiocesi di Milano (1980), Carlo Maria Martini parlava delle "città particolarmente a me care, che sono simbolo e strumento di un’unità tra gli uomini. La prima città è Gerusalemme, così come la Bibbia ce la presenta, nella sua storia e nel suo futuro, come luogo di riunione di tutti i popoli".
L’attenzione a Gerusalemme torna insistentemente nei suoi interventi pubblici e nei suoi scritti sino a coincidere con la scelta di trasferirsi là come "meta definitiva di un cammino". Scelta che Martini è venuto maturando attraverso un complesso percorso spirituale, culturale ed esistenziale e che, nell’attuale clima di lacerazione e conflitto, appare ancora più significativa. In questo libro, che rende, per l’appunto, testimonianza di quel "cammino", Martini affronta il tema della città "simbolo universale", sia dal punto di vista biblico-sapienziale (attraverso una puntualissima esperienza esegetica e raffinate suggestioni culturali), sia da un punto di vista storico (i rapporti fra ebraismo e cristianesimo), lasciando sempre emergere, come un assillo e come obiettivo, la costruzione della pace fra i popoli che, attraverso fedi diverse, fanno perno intorno a Gerusalemme.
Credenti e non credenti troveranno in questo volume quella limpida complessità di analisi, quella rivendicazione di valori forti di cui il mondo che ci appartiene, confuso e lacerato (come è lacerata Gerusalemme), ha bisogno.
Autore: Carlo Maria Martini
Editore: Feltrinelli
Pagine: 186