“Frontiere del West” di Domenico Rizzi condensa molti argomenti legati alla cultura western e non si limita alla storia, addentrandosi nella valutazione critica della voluminosa produzione cinematografica sull’argomento.
Se il West della realtà passa attraverso i nomi ormai noti di Kit Carson, Buffalo Bill, Geronimo e Custer, quello della leggenda poggia sulle opere letterarie – immancabile e appropriato il richiamo dell’autore a scrittori come Emilio Salgari – e soprattutto sulla macchina cinematografica, che dal 1903 ad oggi ha prodotto oltre 3.500 film.
Il libro analizza questo secondo aspetto focalizzando l’attenzione su alcuni registi fondamentali nell’evoluzione del genere, quali John Ford, Sergio Leone e Ralph Nelson, approfondendo inoltre la trama di film come “Il Grinta”, recentemente riproposto nella versione dei fratelli Coen.
Ciò che l’opera di Rizzi mostra di possedere in più rispetto ad altre pubblicazioni è la capacità di indagare episodi e personaggi su cui la storiografia ufficiale ha posto troppo frettolosamente i suoi sigilli: le condanne a morte di Tom Dooley e Tom Horn, probabili errori giudiziari, la fine di Custer e dei suoi uomini, la questione delle prigioniere bianche dei Pellirosse, fra le più drammatiche dell’epopea del West.
Troppo spesso infatti, il mito ha falsato il tracciato storico, riducendo la componente femminile agli arcinoti personaggi di Pocahontas e Calamity Jane, ma dimenticando le migliaia di donne che con il loro sacrificio contribuirono alla conquista del selvaggio West.
Autore: Domenico Rizzi
Editore: Parallelo45 Edizioni
Pagine: 360