Diventata un classico per chi si occupa di scienze antropologiche, questa raccolta di saggi rappresenta una "messa a fuoco" sullo stato della disciplina ad opera di Lévi-Strauss, Geertz, Marcus, Bloch e molti altri.
Un testo molto atteso in Italia: per il suo significato e per il modo in cui è stato costruito. Per il suo significato: questo testo vuol essere un bilancio che l'antropologia compie della propria storia a 150 anni dalla sua nascita. Per il modo innovativo in cui è stato costruito: a trentatré fra i più noti antropologi – da Lévi-Strauss a Goody, da Sahalins ad Harris, da Geertz a Marcus – è stato chiesto di indicare non solo l’attuale “stato dell’arte” di una disciplina, ma a descrivere – con una specifica e nel suo genere unica nota autobiografica – le proprie personali teorie e le proprie radici intellettuali.
È nato così un testo che per la prima volta racchiude i principali paradigmi di ricerca in vigore nelle scienze antropologiche. Ciascuna delle sei sezioni tematiche che compongono il libro – preceduta da una presentazione di Borofski – è stata curata da antropologi italiani che vi hanno aggiunto aggiornamenti metodologici e bibliografici. L’edizione italiana sottolinea l’obiettivo e il metodo con cui quest’opera è stata pensata: costruire, attraverso una pluralità di interventi – i curatori italiani delle diverse sezioni sono Massimo Canevacci, Paola De Sanctis Ricciardone, Vanessa Maher, Vincenzo Matera, Giovanna Salvioni, Alberto Sobrero, Massimo Squillacciotti – unica nel panorama editoriale, una mappa dei problemi con i quali oggi si misura l’antropologia culturale.
Autore: Robert Borofsky
Editore: Meltemi
Pagine: 672