Quanto e come il risentimento condiziona la nostra vita quotidiana? Nel corso del Novecento abbiamo assistito a vere e proprie eruzioni di questo male insidioso e tuttora siamo spettatori del suo proliferare ai vari livelli della vita sociale: familiare, locale e planetario.
Scopo dell’autore è l’esplorazione dei presupposti antropologici e sociali costitutivi di quel male e della sua genesi a partire dal modello nietzschiano, che sostenendo la perfetta, automatica e necessaria coincidenza tra l’essere dalla parte dei deboli e l’essere dalla parte di una cultura, di una morale, di una società del risentimento, sembra escludere ogni possibilità di appello ai principi di eguaglianza e di solidarietà.
Accogliere questa provocazione obbliga la modernità a misurarsi anche con la gravità delle conseguenze estreme che ne trae lo stesso Nietzsche, cioè con l’idea limite che la secolarizzazione sia da condannare moralmente in quanto giustifica il nostro risentimento. L’indagine dell’autore dà per acquisito che entrambe queste sfide vadano accolte: la sfida a non distogliere mai lo sguardo dalle nostre bassezze di uomini, e quella a non dimenticare le conseguenze estreme e antidemocratiche che deriverebbero dal limitarsi alla condanna nietzschiana di tali bassezze.
“Il libro di Stefano Tomelleri è un contributo di grande importanza per l’ampliamento e l’approfondimento di questa nozione nietzschiana, così preziosa quanto pericolosa, il risentimento. L’autore si basa su questa idea per condurre una riflessione approfondita sulla vera natura dei rapporti umani. Questa ricerca, così rigorosa quanto brillante, costituisce una tappa importante nell’indispensabile superamento delle prospettive del xx secolo” (dalla Prefazione di René Girard).
Autore: Stefano Tomelleri
Editore: Meltemi
Pagine: 164