Come un cancro impazzito che sviluppa anomalie nel corpo, la nuova 'ndrangheta si è espansa, divorando nuove terre, sempre più a Nord. E diventa oggi un problema nazionale, non solo del Sud.
Lo scalpore e le polemiche suscitate dal libro in uscita scritto dai giornalisti Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli, basato sulle confessioni del pentito Giuseppe di Bella sono il frutto non solo delle presunte verità che vengono a galla pagina dopo pagina, sono anche il frutto di una parte d'Italia che ha sempre ignorato il fatto che la criminalità organizzata non è come un albero, che mette le sue radici in un solo luogo, nella fattispecie il Sud del Paese. La 'ndrangheta, così come le altre associazioni criminali, sono piuttosto come un cancro, non circoscritto, con metastasi che viaggiano in tutto il territorio nazionale, Nord compreso.
Quel Nord che si è sempre creduto immune, ora si scopre come un covo in cui la 'ndrangheta fa affari d'oro, copre mercati fiorenti, quello della cocaina, delle armi, ma non solo. Si occupa di procurare voti al politico di turno, cerca il dialogo con gli uomini di governo, coloro che hanno il potere nel territorio.
La 'ndrangheta fa affari, compra immobili, ricicla danaro sporco a Milano come a Lecco, a Pavia come a Como. Questo compare a chiare lettere (come Chiare Lettere è l'editore del libro) nei dialoghi e nelle vicende svelate dal collaboratore di giustizia Giuseppe di Bella, oltre ai fatti legati a quello che nel libro viene definito “Gamma”, leghista che avrebbe avuto continuati rapporti con la 'ndrangheta trasferitasi al nord, e che è identificato come un uomo del governo italiano. Un uomo che in molti hanno legato al nome del sottosegretario Roberto Castelli, che risponde con foga al pentito "il ministro che ha stabilizzato il 41 bis sono io", accusando Di Bella di essere un mistificatore della verità, e di voler solo fermare l'ascesa della Lega nel territorio.
Quale che sia la verità, l'Italia tutta esce sconfitta dai fatti raccontati in Metastasi, e quei filmati girati in Lombardia, in un Circolo dedicato ai giudici Falcone e Borsellino, in cui si riunivano i boss della 'ndrangheta per i loro “summit” sono un colpo al cuore per tutti i cittadini che credono nei valori della legalità e della giustizia.
Autore: Claudio Antonelli
Editore: Chiarelettere
Pagine: 350