“Open, la mia vita” è il titolo dell'autobiografia di Andre Agassi: uno dei tennisti più importanti a livello mondiale si racconta a tutto tondo
Andre Agassi, nato nel 1970, da quando era piccolissimo è stato indirizzato dal padre allo sport del quale diventerà uno dei campioni più famosi. Nel libro racconta proprio il suo percorso e, soprattutto, il suo rapporto di odio/amore nei confronti di questa disciplina.
Una storia sofferta
Agassi ha scritto un'autobiografia nella quale non nasconde nulla, a cominciare da quel malessere e quel senso di oppressione che gli provocava proprio il tennis, a causa delle pressioni del padre e del suo intendere gli allenamenti in modo dispotico e continuo.
Il libro è, dunque, il racconto di una adolescenza non vissuta e di un grande sacrificio che ha dovuto letteralmente subire in modo quasi brutale.
In primo piano c'è la figura di un padre ossessionato dal desiderio di rendere il proprio figlio il numero uno e che per realizzare questa ambizione non si fa scrupolo di costringerlo ad estenuanti e lunghissimi allenamenti allo “sputapalle”, secondo la logica che colpendo ogni giorno 2500 palle sarebbe arrivato a diventare un campione.
L'odio e la passione per il tennis
Il rapporto tra Andre e il tennis viene, quindi, descritto in un modo piuttosto peculiare.
Da un lato c'è un fortissimo odio verso questo sport che condizionava la sua vita in modo totale, provocandogli grande sofferenza e conseguenze nel suo modo di rapportarsi con il mondo
Dall'altro lato, però, c'era anche la consapevolezza di poter davvero arrivare alla vetta, di avere delle capacità che gli permettevano di guadagnare un posto d'onore nella storia del tennis mondiale.
Un uomo e le sue debolezze
“Open” è stato scritto in modo estremamente sincero e Agassi non ha nessun problema a tirar fuori tutte le sue debolezze.
Si descrive senza nascondere nulla, a cominciare da come non sia riuscito ad affrontare in modo maturo i momenti più critici della sua vita privata, lasciandosi andare anche all'utilizzo di sostanze stupefacenti.
Agassi ammette anche di aver mentito nel 1997, quando fu trovato positivo all'antidoping. Confessa una colpa che lo ha messo sotto la critica dei suoi colleghi, ma rispetto alla quale, come qualsiasi altro essere umano, non ha nessun problema ad ammettere che tutto era dovuto proprio al fatto che in quel periodo aveva un estremo bisogno di aiuto.
Autore: Andre Agassi
Editore: Einaudi
Pagine: 502