"Da quando ho cominciato a pensare, ho pensato che sarei stato un giornalista".
Così s'apre questa testimonianza di Indro Montanelli, frutto di otto anni di conversazioni con Tiziana Abate, prima sua collaboratrice al "Giornale" e, quindi, alla "Voce". Il giornalista "più letto d'Italia" ha raccontato la sua vocazione, le sue avventure, i suoi grandi reportages dai fronti di guerra, le sue idee, le sue battaglie, le sue battaglie d'idee… Insomma, ha narrato se stesso con la semplicità e la schiettezza consuete.
Soltanto di una cosa non ha voluto parlare: della sua vita privata. Quella apparteneva soltanto a lui, che l'ha sempre difesa con un'intransigente discrezione.
Si leggerà, quindi, la storia professionale di un giornalista anomalo perché riteneva di dover rispondere di quanto scriveva soltanto ai suoi lettori, e la vicenda di un italiano che nella sua lunga vita si è trovato ad attraversare le avventure più diverse, dalla giovanile adesione (poi cambiata in decisa avversione e opposizione) al fascismo fino all'entrata nell'arena elettorale di Silvio Berlusconi.
In questi lunghi anni non troveremo mai Montanelli schierato dalla parte del Vincitore, ma sempre su posizioni critiche e paganti soltanto dal punto di vista morale.
Poteva diventare il giornalista principe del fascismo: non lo fece. Poteva vantare un passato di perseguitato: non lo fece. Poteva scatenarsi nella caccia all'untore dell'antifascismo: non lo fece. Poteva chiedere qualsiasi cosa ai politici: non chiese nulla. Poteva unirsi all'ubriacatura sessantottina e al conformismo di sinistra: fondò – e si pigliò quattro pallottole in corpo – il "Giornale" e salvò la libertà di stampa in Italia. Poteva essere nominato senatore a vita: disse "No, grazie". Poteva schierarsi con Silvio Berlusconi, fratello del suo editore: non lo fece e a ottantacinque anni fondò la "Voce". Gli fu offerta la direzione del "Corriere della Sera": la rifiutò e si accontentò di una rubrica di lettere con i lettori.
Da questa preziosa testimonianza emerge sì un uomo che non seppe e non volle mai rinunciare ai suoi princìpi. E ciò, nel nostro Paese, rimane una straordinaria prova di coerenza.
Autore: Indro Montanelli
Editore: Rizzoli
Pagine: 357