Il treno dei bambini: in questo romanzo, pubblicato da Einaudi nella Collana Stile Libero, Viola Ardone racconta la storia vera di tantissimi bambini nati al Sud che, nel dopoguerra, per avere una vita dignitosa, vennero affidati a famiglie del Nord grazie ad un’operazione di aiuto messa in atto dall’allora Partito Comunista e dall’UDI.
Viola Ardone è nata a Napoli. Lavora come insegnante e al suo attivo, oltre questo ultimo, ha due romanzi pubblicati con Salani. Il suo nome, però, adesso si lega principalmente alla pubblicazione e, soprattutto, al grande successo ottenuto con Il treno dei bambini.
Considerato il caso editoriale del 2019, il libro ha avuto modo di essere molto apprezzato già prima della pubblicazione.
Alla Fiera di Francoforte, infatti, è stato oggetto di un’asta davvero molto combattuta e che, alla fine, è stata vinta da Einaudi. Tradotto in 25 Paesi, potrebbe essere anche trasposto in un film.
La povertà del Sud
Siamo a Napoli nel 1946. E’ un periodo storico pieno di difficoltà e in questa città si vive in modo particolare la condizione di quasi assoluta povertà che caratterizza questo delicato momento di passaggio.
Amerigo è uno dei bambini poveri che saliranno sui cosiddetti “treni della felicità” per andare a Modena. Vive con sua mamma, ha soltanto sette anni e il suo quotidiano, come quelli di tanti altri, è una continua lotta per poter sopravvivere giorno dopo giorno.
Per alleviare questa situazione di degrado e dare ai bambini la possibilità di migliorare la loro condizione, in quel periodo il Partito Comunista e l’UDI decisero di mettere in atto un progetto importante, ma delicato. Era il progetto di affidare temporaneamente i bambini poveri del Sud a famiglie benestanti del Nord.
Il treno dei bambini
Viola Ardone, con uno stile che è stato definito delicato, emotivo e intenso, racconta, quindi, un fatto realmente accaduto.
I numeri di questa sorta di deportazione sono davvero impressionanti. Furono, infatti, circa 70 mila i bambini che negli anni fino al 1952 salirono su un treno che li avrebbe allontanati dalle famiglie di origine.
Nonostante la buona intenzione da parte di chi aveva organizzato questo esodo, il distacco dalla casa e dagli affetti, naturalmente, non poté che essere molto doloroso.
A questo, poi, si accompagnava anche la paura, tipica della visione ristretta e provinciale del periodo, che, in realtà, questo affidamento potesse nascondere addirittura dei pericoli per i bambini.
C’era, ad esempio, il terrore che potessero essere inviati in Russia e si sapeva bene, nella fantasia popolare, quello che ai bambini poteva accadere in quel luogo lontano e terribile!
Le cose stavano, naturalmente, in modo del tutto diverso. Amerigo racconta il suo viaggio ed è un viaggio importante. Andrà ben oltre la scoperta di nuovi paesaggi e di nuovi posti. Andrà oltre la sofferenza fortissima dell’allontanamento dagli affetti più cari.
Il suo e quello di molti altri come lui sarà, infatti, il viaggio anche verso la maturità e il cambiamento, verso una nuova vita. Sarà un passaggio importante per superare e riscattare quella che era una condizione iniziale fatta di difficoltà e di incertezze…
Editore: Einaudi
Pagine: 200