Nella Sardegna d'altri tempi, s'accabadora è la donna che pone fine alle sofferenze dei malati terminali, con un gesto violento, ma allo stesso tempo pieno di pietà.
Il romanzo Accabadora racconta della Sardegna degli anni Cinquanta, attraverso gli occhi di Maria e la vita di Tzia Bonaria, colei che pone termine alla vita, s'accabadora del paese.
Maria è la figlia adottiva dell'accabadora (nella lingua sarda fill'e anima, figlia d'anima) e il romanzo racconta le sfumature e i risvolti di un rapporto d'amore fra madre e figlia che non cede alla discriminante del “sangue del mio sangue”.
Il mestiere di Tzia Bonaria è solo un dettaglio, un racconto nel racconto, un'anima, quella della Sardegna degli anni Cinquanta, che ha sempre convissuto nei paesi, fra la gente conscia del fatto che l'accabadora non è un'assassina (dal momento che erano proprio i parenti del moribondo a chiederne i servigi) ma una donna la cui pietà raggiunge un livello superiore, al di là del bene e del male.
Il Premio Campiello
Nel 2010 il romanzo Accabadora di Michela Murgia vince il prestigioso premio letterario Campiello. Un romanzo con una forza intrinseca che ha permesso alla sua autrice di suggellare il successo del romanzo con il Campiello, dopo aver vinto negli anni precedenti diversi altri prestigiosi riconoscimenti.
La maternità
Il romanzo di Michela Murgia non si basa sulla figura dell'Accabadora, Tzia Bonaria. E' piuttosto un racconto sulla relazione forte che si crea fra la madre adottiva e la sua figlia d'anima, Maria. Un voler asserire con forza che l'amore non è dato dal sangue, o almeno non solo, e i legami scelti, come la maternità non biologica, sono indissolubili e meravigliosi come i rapporti filiali biologici.
Accabadora nella cultura sarda
L'accabadora, letterarmente colei che pone fine, è una figura misteriosa e caratteristica della Sardegna, che ha continuato ad operare fino agli anni Cinquanta. Eutanasista del popolo, veniva chiamata dai parenti del malato terminale per porre fine alle sue sofferenze e poter liberare la sua anima verso il luogo in cui ogni dolore è placato. Non esiste un vero riferimento storico alla figura dell'accabadora, nessun documento ufficiale, solo l'oralità che si perde nelle leggende e nei racconti popolari.
Autore: Michela Murgia
Editore: Einaudi
Pagine: 166