Opera prima della giovane autrice Silvia Avallone , Acciaio racconta la vita nei sobborghi industriali e in particolare nella via Stalingrado, fulcro attorno al quale ruotano personaggi gretti e oppressi.
Secondo al prestigioso Premio Letterario Strega 2010, il romanzo edito da Rizzoli si basa sulla cronostoria di una famiglia di periferia, sull'atmosfera grigia e fatiscente dei sobborghi industriali di una Piombino sovrastata dall'imponenza della fabbrica Lucchini-Seversta.
Ma è anche un romanzo sovrastato dai sentimenti, non solo da quelli negativi, come la figura gretta e fosca del padre di una delle protagoniste. Ma anche dal sentimento dell'amore fra due adolescenti, dall'amicizia speciale, delle vicende dolorose da affrontare insieme a qualcuno, dall'istinto di sopravvivere anche in luoghi che non sembrano fatti per le relazioni sociali, in cui il grigiore addormenta i cuori e le menti.
Il primo libro di Silvia Avallone ha avuto, sui media, una eco che ha proiettato l'autrice verso il premio Strega, critici e lettori, sui quotidiani, ma soprattutto su internet, si interrogano e intervistano l'autrice per capire cosa abbia ispirato la sua storia.
Non è un autobiografia, risponde sicura l'autrice. Scrivere un romanzo non significa scrivere su se stessi. Forse. Ma scrivere un romanzo, specie quando le atmosfere sono tanto reali e verosimili, è indagare all'interno dei nostri ricorsi, riportarli alla memoria per vedere che colore hanno, e poi dipingere questi colori, metaforicamente, attraverso le parole.
Se Piombino è grigia, nel ricordo, non potrà che esser grigia fra le pagine di Acciaio, mentre i personaggi si muovono all'interno di questa realtà in maniera credibile, un pezzo di periferia misera ma a tratti anche coraggiosa, una speranza nelle nuove generazioni che, ribellandosi al dover essere dei genitori, riscrivono la piccola storia, il quotidiano che ogni giorno, volenti o nolenti, tutti dobbiamo affrontare.
Autore: Silvia Avallone
Editore: Rizzoli
Pagine: 357