Finalista del Premio Strega 2011 , Settanta acrilico trenta lana è un romanzo di Viola di Grado edito dalla casa editrice E/O, in cui una scrittura originale e intimistica si fonde su una storia di ossessioni e dettagli da scoprire.
Settanta acrilico trenta lana è la storia di Camelia, una giovane donna che abita con sua madre in un paese in cui l’inverno non ha mai fine. L’inverno a Leeds ovatta le ragioni, e anche le parole. Madre e figlia, entrambe ossessionate da un trauma, comunicano infatti soltanto attraverso gli sguardi, le parole sono tra loro appassite come fiori nella stagione gelata.
Camelia lavora come redattrice di manuali d’uso per lavatrici e ama vestirsi con abiti sbilenchi, scarti di sartoria (da cui il titolo del romanzo) e sua madre è ormai quasi muta ossessionata dai buchi, che fotografa in continuazione, come un ripetere in continuazione la morte del marito, sprofondato con l’automobile giù per un fosso.
La vita delle due donne scorre sempre uguale, fino a quando Camelia incontra un giovane ragazzo cinese di cui si innamora. Wen le insegna gli ideogrammi, e in quei segni grafici perfetti, in quella calligrafia che nulla ha in comune con le sue ossessioni, sembra trovare una nuova primavera. Una primavera che si riconosce anche nella scrittura utilizzata dall’autrice, che muta a seconda degli stati d’animo della protagonista, con maestria, una lingua in cui figure retoriche e un retrogusto amaro e malinconico si fondono creando pagine dalla cui lettura si resta affascinati.
Settanta acrilico e trenta lana, oltre ad essere nella dozzina dei finalisti al Premio Strega, ha vinto, sempre nel 2011, il Premio Campiello opera prima, ad affermazione dell’originalità e dell’essenza creativa che l’autrice ha impresso al suo romanzo.
Autore: Viola di Grado
Editore: Edizioni E/O
Pagine: 189