Pubblicato postumo nel 1993 e ora tradotto per la prima volta in italiano, questo libro costituisce una sintesi esemplare delle riflessioni che Roger Caillois ha dedicato all’universo minerale.
Malversazioni sono qui i tentativi di appropriazione della natura da parte dell’uomo. A fronte della nostra pretesa superiorità nei confronti del naturale, Caillois mostra come gli sforzi compiuti dalla specie umana in nome della bellezza, della comprensione, della stabilità e della durata siano in verità solo episodici tentativi di esseri effimeri di fronte alla longevità e all’anteriorità ontologica delle pietre.
Il suo è un tentativo di interpretazione del senso unitario dell’universo, comunque inconoscibile da qualsiasi prospettiva umana; ma è anche un esperimento di lettura della grafia sparsa sulle pietre, un’appropriazione dei segni che sa di essere parziale e precaria rispetto al loro significato profondo. Caillois legge dunque le pietre, interpreta i segni sparsi sulle superfici dei minerali, consapevole che si tratta di un’ermeneutica infinita. Descrivere le pietre non significa solo segnalarne le caratteristiche fisiche, la forma, il colore, la consistenza, ma congiungersi, attraverso esse, all’essenza stessa della natura, perdersi all’interno di risonanze cosmiche, attingere alla poesia della durata.
Le agate, le septarie, il granito grafico, la mica sono i depositi di millenarie memorie, di segreti inimmaginabili, di segni che hanno accompagnato tutta la breve evoluzione della specie umana. Lo sguardo che si posa attento su di essi, che indugia sui loro disegni, sulla luce dei loro cristalli, sulle loro fratture e i loro cromatismi colma la distanza tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, coglie ed esprime la mistica armonia del creato. È una contemplazione stupita, una fascinazione, un’esplorazione incantata della materia, la cui intimità non può e non vuole essere violata, ma solo condivisa nella scrittura.
Autore: Roger Caillois
Editore: Meltemi
Pagine: 64